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Pubblichiamo alcune composizioni in versi ed in prosa di Lia Calcagno, appassionata velista ed amica del CVS asd.
Una in particolare, “CONOSCO IL MARE”, è dedicata al “maestro di vela” Aldo Tabascio”, storico velista palermitano, tra i fondatori del Centro Velico Siciliano asd. [ndr]

composizioni di Lia Calcagno

CONOSCO IL MARE
dedicata al Maestro di vela ALDO TABASCIO

Conosco il mare.
L’ho conosciuto in tante versioni,
tutte bellissime nelle sue esibizioni.
Conosco il mare,
perché d’inverno mi facevi uscire,
in barca a vela per potermi insegnare.
Andare per mare diventò la mia passione.
Non c’era tanto che ci tenesse
al porto, solo la pioggia o lo scirocco forte.
Anche se nero era il cielo
e la burrasca prevista, noi uscivamo
a prendere, quel che non era a vista.
Devi imparare, mi dicevi spesso,
ad agguantare qualsiasi imprevisto.
Così si usciva in mare tre volte a settimana,
purché non piovesse mentre eravamo in banchina.
Per lo scirocco poi, mi ripetevi sovente,
“chi esce dal porto con lo scirocco, è un allocco”.
Quelle burrasche prese in mezzo al
mare, mi fecero conoscere l’adrenalina
che mi faceva tremare.
Era bellissimo andare di bolina, con
i candelieri in acqua, la pioggia e il
vento che sferzavano il viso.
E di ritorno in porto poi, ero tutta un tremore,
non so se per il freddo oppure per il timore,
di aver corso pericoli, essendo mamma di
due bambini piccoli.
Poi, sempre d’inverno, nel mare di Sicilia,
c’erano quei pomeriggi quasi paradisiaci,
col mare calmo, il sole, il vento delicato,
lo sciabordio dell’acqua contro le fiancate,
si navigava piano, ma si andava e una strana pace,
seppure temporanea, regnava sovrana.
Ricordo un pomeriggio, che fiduciosa in te,
mi addormentai tranquilla sulla panca,
nell’assoluto silenzio, di un mare solitario
Non me ne accorsi e tu non mi svegliasti.
Mi riportasti in porto sornione e soddisfatto
perché, anche se ottantenne, conducevi la tua barca,
senza bisogno alcuno di aiuto, e di nessuno.
Conosco il mare,
il mare estivo, caldo e senza vento,
ma lo conosco anche, e te ne sono grata,
quando nella calma piatta, scatena
la sua furia, facendoti pregare di ritornare sana.
“Devi restare calma e pensare sempre
in fretta a ciò che devi fare”, mi dicevi.
Conosco il mare,
e in fondo, è un po’ come la vita,
può essere sereno, generoso e darti piacere,
ma se non lo rispetti te ne farà pentire.
Conosco il mare,
ed è comunque te che devo ringraziare.
LIA CALCAGNO – 31 luglio 2020
tutti i diritti riservati

BIOGRAFIA

Lia Calcagno nasce a Palermo il 24 aprile del 1957, approda nel mondo della vela all’età 33 anni.

Dopo un’adolescenza e una gioventù impegnata politicamente, nel 1980, il suo amico fraterno Mario Azzolini, giornalista RAI, la porta con se a lavorare come segretaria a Tele L’Ora. L’esperienza di segretaria di redazione nel TG di Tele L’Ora, una testata giornalistica impegnata soprattutto nelle notizie politiche e nell’antimafia, è stata per Lia molto interessante e formativa.

Sposata nel 1981 con Gualtiero Surdi, amante del mare da sempre, Gualtiero (o Walter come lo chiamano gli amici) nel 1990 compra una barca a vela,  un  First 42  di  nome PABLO IV.

Lia, intuendo le difficoltà che da autodidatta poteva incontrare nel governo della barca a vela, decide di frequentare il corso di vela tenuto dal Maestro Aldo Tabascio.
Lia si innamora letteralmente della vela, mentre con Aldo nasce un legame di rispetto e di amicizia che dura negli anni, con bellissime, e almeno settimanali, uscite sulla leggendaria “Mistral II”, finché il tempo non ce lo ha portato via.

Questa passione la porta a cimentarsi sui campi di regata dei circoli palermitani nel ruolo di timoniere della barca di famiglia, riuscendo a raccogliere anche delle belle soddisfazioni.
Non mancano certo le crociere, col gruppo famiglia al completo o con amici affezionati, che le hanno regalato tante emozioni ed esperienze, a volte fantastiche altre un po’ meno.

Avanti nel tempo, nella tranquillità della campagna, dove è andata a vivere con la famiglia, durante il periodo del primo lockdown, Lia scopre di avere una passione per la poesia. Comincia con la prima poesia dedicata a suo figlio che vive nel bresciano, lì dove era il centro della pandemia.

Del mare scrive diverse poesie, alcune dedicate al maestro Tabascio, altre ad esperienze vissute.

Molte poesie Lia le scrive di notte, perché dormendo molto poco, passa il tempo scrivendo le poesie che tanto ama.

Altre composizioni sul tema del mare di Lia Calcagno

UN SABATO MATTINA TRA ONDE DI MAESTRALE

Ti ricordi caro maestro di quel sabato mattina, che mi chiamasti a casa perché da troppi giorni non uscivamo a vela, a causa del maestrale che soffiava forte e che non dava tregua?
Il tempo era migliorato, ma il vento ancora c’era e l’onda di conseguenza ancora resisteva.
Di solito il sabato mattina non si usciva, ma quella giornata era un invito ad una bella veleggiata.
Così mi chiedesti per telefono “ma non dobbiamo uscire?”
Di corsa mi vestii e in un baleno mi ritrovai in banchina.
Nessuno uscì, rimasero tutti a terra, ma tu impavido e deciso, mollasti le tue cime per “andare a vedere come era il mare”.
Ancora dentro il porto armammo le vele, tu lo potevi fare, e per uscire fuori cominciammo a bordeggiare.
Ma quando fummo fuori dal porto e si presentò il mare faceva un pò paura, ma decidemmo di non tornare.
“Facciamo quattro bordi e poi torniamo” ma io lo sapevo che volevi andare.
Soffiava un maestrale forte da una settimana, il mare era formato ma non da non uscire, però di sicuro non ti potevi rilassare.
Eravamo tutti invelati ed a un certo punto mi chiedesti di andare all’albero a prendere i terzaroli perché il vento stava rinforzando.
Andai con la mia tuta rosa idrorepellente che ti faceva ridere, ed avevi ragione. Ad un tratto mentre manovravo con la randa, vedo arrivare un’onda anomala, dico io, era più alta dell’albero.
Ho pensato che era finita, e invece si mi sono tutta bagnata, nonostante la mia tutina idrorepellente, ma la barca, che tu sapientemente timonavi, salì sull’onda e dopo scese.
Quando ci ritrovammo nel cavo dell’onda, mi colpì fortemente ciò che vidi. Quell’onda altissima che ci sovrastava mi fece pregare di venirne fuori.
Ero senza cintura e quella volta anche tu, per me avesti paura.
Così ci mettemmo il mare in poppa e ritornammo esaltati in porto.
Quella notte sognasti che cadevo in mare, mi raccontasti l’indomani, e mi facesti promettere che mai più senza cinturami sarei fatta trovare.

Lia Calcagno
Altavilla Milicia 23 gennaio 2021
tutti i diritti riservati

MARE MARE

Mare mare mare,
cerchi sempre qualcuno
per farti compagnia.

Mare mare
quante speranze e gente
con te sono andate via!

Mare mare
da tanti ti lasci attraversare,
ma a molti chiedi di restare.

Al tramontar del sole,
luccichi come un diamante,
ma se un uomo cade giù,

lo nascondi tra le onde
e, come un amante
non vuoi lasciarlo più.

Tanti son quelli che t’amano,
e anch’io mi unisco
ai molti, ma quando sei

arrabbiato di tutti te ne
fotti, fai l’Asso pigliatutto
colpendoci di brutto.

Mare mare mare
come sarebbe bello con te
poter danzare e senza alcuna

paura, a te perdutamente
potersi abbandonare.

Lia Calcagno
Altavilla Milicia, 21 Settembre 2020
Tutti i diritti riservati

SCRIVO DI TE

Stanotte di te voglio scrivere
mio amato mare,
di quando sei adirato e ce
lo fai pesare.

Di quando, con la tua schiuma
lavi il ponte e le fiancate,
dell’onde tue che il vento
rende alte ed agitate.

Di quando molto più giovane
e audace ti venivo a cercare,
anche se previste le buriane,
e se il timore volevo dominare,

nelle uscite con il Maestro,
il rispetto e la ragione,
indietro ci facevano tornare.
Di quelle uscite in mare

avrei ancora tanto da narrare,
come dell’Orazio che il Maestro
gettava in mare per allenarci
nel recupero uomo in mare.

Di quando sotto raffica
in burrasca, con la randa
da lascare, mi diceva
non curante, tieni duro non

mollare. Infilati nel vento
così dalla raffica ti difendi
e la velocità della barca
non la perdi.

Ad amarti e rispettarti Aldo
mi ha insegnato
specialmente quando sei
arrabbiato.


LIA CALCAGNO – 09 Gennaio 2021
diritti d’autore riservati

LA CALMA DEL MARE

La calma del mare ti
fa addormentare, ti perdi,
ti inebri di emozioni e d’amore.
…E quando sei in barca e
ti senti cullare non riesci a
capire se a farti star bene, son
le braccia di mamma ormai
troppo lontane… o è invece
il mare che ti fa riposare.
Il mare trasforma, non
sembri più tu quando sei da sola con
lui a tu per tu.
Lui nulla ti chiede, un pò di rispetto e
in cambio ti dà: la gioia, la pace e la
serenità di pomeriggi assolati,
a poltrire qua e là.
Se stai navigando e c’è il
solleone, l’ombra di una vela
lenisce il calore.
Una brezza leggera rinfresca
la pelle, a volte bruciante seppure
scoperta solo per qualche istante.
E poi c’è la sera, sotto il tendalino,
in porto o in rada, ovunque ti aggrada,
consumi la cena e un bicchiere
di vino, il giorno è finito e
dopo la notte ritorna il mattino.
Radioso, ridente e ricco e
intrigante!
Il mare ti chiama e
tu che rispondi? Ti tuffi bagnandoti
nelle acque splendenti.
L’amore per l’acqua pulita del mare
elemento vitale per un mondo migliore,
se l’uomo non fosse sì sciocco e arrogante,
e senza rispetto per se e per l’ambiente,
il mare sarebbe un mondo perfetto
dove crescere un bimbo di animo eletto.

Lia Calcagno 
Altavilla Milicia 08 Novembre 2020
tutti i diritti riservati

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